FAND chiede al Ministro On.le Roberto Speranza di reintrodurre nel LEA scarpe e plantari per piede diabetico
Il diabete è una patologia riconosciuta degenerativa e quindi in base al grado di invalidità che il paziente ha acquisito, la commissione medica gli riconosce una percentuale di invalidità civile.
In base al grado di invalidità e quindi di situazione patologica il paziente ha diritto ad esser seguito tramite la terapia ortesica a carico del sistema sanitario nazionale.
Negli ultimi anni a causa della spending review e ai tagli alla sanità le linee guida sono sempre in evoluzione e in restrizione a discapito dell’utente finale.
Il comune plantare ortopedico è una vera e propria terapia ortesica che ha tre funzioni: preventiva, curativa e conservativa.
La prevenzione è la prima cura che il piede diabetico deve ricevere, ma attualmente nella maggio parte su tutto il territorio nazionale, la prevenzione è a carico del paziente, quindi spesso e volentieri viene presa sotto gamba o esser trascurata.
La funzione curativa serve a curare il piede da eventuali sovraccarichi, calli o duroni o in casi estremi ulcere. Quindi il plantare ha una funzione meccanica atta a dare il giusto appoggio plantare del piede affinché questo possa lavorare correttamente.
La funzione conservativa è l’obbiettivo principale. Far sì che un piede diabetico non presenti alterazioni o sintomi quindi rimanga stazionario con una cute uniforme, è l’obbiettivo principale che gran parte viene svolto dal giusto plantare e dalla corretta calzatura.
Il plantare quindi, non è una banale soletta, ma è una terapia ortesica plantare, ovvero un progetto riabilitativo con cui il paziente diabetico deve imparare a convivere, con la consapevolezza che il problema c’è, ma spesso non si “sente” in quanto neuropatia diabetica e che l’utilizzo di un plantare su calco non è un business per chi lo “vende”, ma è un ausilio medico realizzato su misura con materiali marchiati CEE realizzato da esperti nel settore.
La FAND Associazione Italiana Diabetici ho scritto al Ministro On.le Speranza affinchè, per le ragioni sopra esposte, le scarpe ed i plantari tornino ad essere parte intergrante del LEA. Similarmente, anche in virtù dell’accordo stilato con Cittadinanzattiva, alla stessa abbiamo chiesto di sostenere questa nostra iniziativa.