Diabete e Cuore pericolosa relazione
La relazione “pericolosa” tra Diabete e Malattia Cardiovascolare Aterosclerotica. Luigi Gentile, Endocrinologo, già Direttore SC Diabetologia di Asti e Coordinatore Rete Endocrino Diabetologica del Piemonte Orientale
Il diabete mellito (DM) e malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) si presentano spesso nello stesso paziente e la loro associazione rappresenta una delle più importanti problematiche di salute per la nostra Comunità.La malattia cardiovascolare (CVD) è la principale causa di mortalità nei pazienti con diabete mellito (DM) [1] ed i pazienti con DM e CVD preesistente hanno il rischio più elevato di eventi CV successivi. Il rischio cardiovascolare (CV) aumenta con la durata del DM ed è influenzato da altre comorbidità come ipertensione, dislipidemia, sindrome metabolica (MS) e malattia renale cronica (CKD). Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è caratterizzato da uno stato di insulino-resistenza (IR), iperinsulinemia ed elevati livelli plasmatici di glucosio; questa condizione, associata ai classici fattori di rischio CV determina lo sviluppo di ASCVD anche prima della diagnosi di DM manifesto.La MS rappresenta infatti un clustering di plurimi fattori di rischio CV, che includono l’obesità addominale, l’alterata tolleranza glicidica, la dislipidemia e l’ipertensione e di cui l’IR rappresenta la caratteristica dominante [2]. La MS è comune (negli USA il 24% degli adulti; in Italia il 24% dei maschi ed il 22% delle femmine [3]) ed è stata sempre più riconosciuta come un fattore di rischio per lo sviluppo di T2DM e ASCVD.I meccanismi fisiopatologici che supportano il concetto di “continuum glicemico” caratterizzato da elevati valori di glicemia a digiuno (IFG), ridotta tolleranza glucidica (IGT) e DM conclamato, stanno alla base della stretta relazione che lega il DM e l’ASCVD. Senza entrare nei complessi meccanismi di sviluppo della ASCVD questi, nel corso degli anni, portano alla formazione di placche aterosclerotiche che, in presenza di un maggiore contenuto infiammatorio, diventano instabili con conseguente trombosi occlusiva o sub-occlusiva. Le sintetiche considerazioni sovra enunciate valorizzano l’importanza dell’identificazione precoce delle condizioni “pre-diabetiche” al fine di porre in atto gli interventi sullo stile di vita, volti a prevenire tanto il T2DM quanto la ASCVD, nonchè le complicanze cardiovascolari del DM [4], valorizzando il ruolo dell’innovazione terapeutica rappresentata dai più recenti farmaci anti-iperglicemici, dotati di azione cardio-nefroprotettiva, per il miglioramento della qualità delle cure e della vita delle persone con diabete.
- Benjamin EJ et al. Heart Disease and Stroke Statistics, Circulation 2017
- Grundy SM et al., Circulation 2005